Giovanotti Mondani Meccanici

Di Antonio Glessi e Andrea Zingoni (1984)

"Il mio rapporto con la macchina è chiaro: io accendo, spengo, catalogo e introduco al massimo qualche variabile. Mi limito ad avere a che fare con la RAM (Random Access Memory), destinata ad accogliere le istruzioni date dalla tastiera.
Pensi che sia poco creativo? Ti sbagli."

Così - provocatoriamente, snocciolando sigle e termini tecnici - Antonio Glessi descriveva il suo lavoro di disegnatore nell'articolo di presentazione al "primo fumetto al computer", apparso sul numero 84 di "Frigidaire" nel Maggio del 1984.

Durante tutti gli anni '80 la rivista "Frigidaire" ha portato nelle edicole un eccezionale cocktail di informazione, fumetti, filosofia, moda, arte, musica e follia, il tutto servito nel contenitore di una pubblicazione "pop", accessibile e dissacrante. Il gruppo di artisti noto in seguito come "Giovanotti Mondani Meccanici" (dal nome di questa loro prima opera) non poteva che debuttare tra le pagine dell'unica rivista con abbastanza intuito e strafottenza da pubblicizzare in prima pagina il racconto di un premio Nobel per la letteratura e uno strano, nuovo fumetto realizzato da perfetti sconosciuti.

Creare un fumetto elettronico nel 1983-84 era una impresa tecnicamente complicata, al punto da essere quasi una pazzia. Come ci ha spiegato Antonio Glessi in una videointervista (pubblicata in questa stessa pagina), il personal computer era uno strumento costoso, poco realistico nella resa dell'output grafico e totalmente inadatto alla stampa di disegni a colori.

Il primo episodio di "Giovanotti Mondani Meccanici" è stato realizzato su un sistema "Apple II", il primo computer prodotto dalla Apple su scala industriale e a tutt'oggi il modello di elaboratore più longevo (prodotto dal 1977 al 1993) e venduto nella storia dell'azienda di Cupertino.

L'Apple II è dunque un sistema che appartiene alla prima generazione di "home computer", dalle risorse di calcolo estremamente limitate, con una risoluzione video di 280×192 pixel (in modalità "Hi-Res"!) e una palette di 16 colori a disposizione.

Si dovrà attendere la generazione successiva di computer domestici, in particolare i sistemi Macintosh e Amiga, per assistere alla prima rivoluzione dell'era digitale in campo multimediale.

Nella prima fase dello sviluppo, i disegni di "Giovanotti Mondani Meccanici" vengono realizzati con l'aiuto di una tavoletta grafica, un dispositivo che modifica significativamente il rapporto performativo dell'artista con lo strumento. Nella prospettiva classica del disegno, infatti, l'autore può guardare direttamente il segno tracciato dalle proprie mani sul supporto finale (tela, carta o altro). Utilizzando una tavoletta grafica, input e output vengono concettualmente separati: l'autore è costretto a guardare altrove, non le proprie mani ma lo schermo del computer.

Approfondendo la conoscenza con il personal computer, il disegnatore può apprendere metodi creativi nuovi, ancora più indiretti ed astratti. Ad esempio è possibile, con appositi strumenti software o sfruttando nozioni elementari di programmazione, realizzare sfondi, motivi o effetti grafici senza alcuna interazione "analogica" come quella - per quanto alterata - prevista nell'utilizzo della tavoletta grafica.

Fino al 1984, anche stampare una immagine digitale a colori ad una qualità decente è fuori dalla portata dell'utente comune. Prima di arrivare sulle pagine di "Frigidaire", "Giovanotti Mondani Meccanici" deve passare da due fasi: i disegni vengono fotografati come appaiono sullo schermo del computer e le fotografie sono in seguito impaginate insieme alle didascalie (inserire il testo dei fumetti in computer graphics avrebbe occupato troppo spazio) in lastre litografiche.

La prima storia dei "Giovanotti Mondani Meccanici", tratta dal primo romanzo - tuttora inedito - di Andrea Zingoni, è quella di una notte di ordinaria follia urbana, "ambientata in un'epoca in cui la tecnologia è scontata". Il governo ha creato un nuovo tipo di androidi, i "Giovanotti Mondani Meccanici" appunto, e nello scenario di un comune bar si percorre la sala "attraverso l'immagine fissa di infinite quantità di ruote, perni dentati, cravatte di plastica nera, narici d'argento, bottoni, relais... pistoni e tubi di tutte le dimensioni, scarpe di pitoni, pedali, floppy, campanellini, giacche di metallo, filementi di tungsteno, bobine rotanti..."

Nella serie di fumetti GMM, la nuova modalità creativa, con le sue peculiarità e limitazioni tecniche è il concept stesso dell'opera: tutti i personaggi della storia di Andrea Zingoni, chi più, chi meno, hanno caratteristiche androidi, e l'estetica goffa, blocchettosa e colorata della grafica dell'Apple II viene portata alle estreme conseguenze dalla penna elettronica di Antonio Glessi.

Credits

Opera originale (storia) Andrea Zingoni 1983-84
Opera originale (disegni) Antonio Glessi 1984
Restauro sistema "Apple 2" Gabriele Zaverio 2018
Recupero dati Antonio Glessi, Andrea Milazzo, Emiliano Russo 2018
Videointervista a cura di Emiliano Russo 2017