LSD - Dream Emulator

Di Osamu Sato (1998)

Non ero sicuro su come mettere tutte le idee insieme in un modo che sembrasse plausibile, dato che nulla di simile accade nella vita reale. Ma nei sogni tutto può accadere, giusto?

Dal punto di vista artistico, Osamu Sato cita tra le sue maggiori influenze l'avanguardia russa, il futurismo e il bauhaus. Ma il suo più grande amore è certamente l'utilizzo del computer come strumento creativo.

Tutta la sua poetica di musicista, designer, fotografo e artista visivo prevede che la materia prima di cui si serve per ogni creazione passi attraverso il tritacarne dell'elaborazione digitale. Una livella concettuale per la quale "ogni cosa deve essere uguale", come recita il titolo del suo ultimo book fotografico.

Non stupisce dunque che intorno alla metà degli anni '90 realizzi i suoi primi due videogame: "Tong-Nou" (1994), e il sequel "Chou-Teng" (1995). Per lungo tempo introvabili - neanche lo stesso autore ne possedeva una copia - sono diventati quasi una leggenda della rete, finchè non molto tempo fa qualcuno è riuscito a trovarli e condividerli online. Sono giochi bizzarri, la cui componente narrativa consiste essenzialmente in un viaggione attraverso alcuni concetti buddhisti come la trasmigrazione, o in località prese in prestito dalle religioni dell'estremo oriente come la Devaloka, il piano di esistenza in cui vivono le divinità.

A livello visivo, entrambi i lavori sembrano ottenuti mettendo in pratica una variante colorata e (ancora più) surreale delle indicazioni contenute nel testo "The Art of Computer Designing, a Black and White Approach", manifesto stilistico dello stesso autore pubblicato nel 1993. La colonna sonora, rigorosamente composta ed eseguita da Sato, è quanto di più imprevedibile e avanguardistico possa trovarsi in un gioco elettronico. Si passa da paesaggi spaziali che ricordano le prime sperimentazioni con i synth degli anni '60 a tracce electro orecchiabili. A volte il sottofondo sonoro è realizzato mettendo in loop oscillatori saturi, drum machine atonali e chorus digitalizzati in orge di cacofonie elettroniche.

Il gameplay tradisce o sovverte completamente le aspettative tradizionali: il fattore tempo è spesso irrilevante, il punteggio è sempre assente e l'avanzamento dell'avatar del giocatore all'interno della strana storia in cui si trova immerso viene ottenuto in maniera contro-intuitiva (in Tong-Nou, ad esempio, per progredire nel gioco occorre morire ripetutamente). In nessuno dei titoli è possibile arrivare a una schermata di "Game Over".

Nonostante le scarse vendite in Giappone, "Tong-Nou" ottiene la fiducia della casa di produzione "Sony Imagesoft", che ne realizza una versione inglese per il mercato occidentale. E a dispetto delle loro caratteristiche marcatamente sperimentali, entrambi i giochi vengono definiti divertenti e ben realizzati anche da testate di accaniti videogiocatori.

"Lovely Sweet Dream" 136Mb
di Hiroko Nishikawa

"LSD - Dream Emulator" (1998), terzo e ad oggi ultimo videogame di Osamu Sato, viene prodotto da una etichetta commerciale - la "Asmik Ace Entertainment" - per "Sony Playstation", la console giochi più popolare del momento.

L'intento è quello di creare un "simulatore di sogni" interattivo: una serie di situazioni oniriche in cui il giocatore possa vagare eternamente, saltando da uno scenario all'altro senza uno scopo preciso, per il puro gusto dell'esplorazione.

L'impianto narrativo di "LSD - Dream Emulator" è fornito da un vero diario di sogni. Hiroko Nishikawa, all'epoca dipendente della Asmik Ace e già collaboratrice di Sato per i due prodotti precedenti, ha annotato i propri sogni ogni volta che ha potuto, per oltre dieci anni. Il diaro è stato pubblicato contemporaneamente al videogame in un libro dal titolo "Lovely Sweet Dream" (oggi introvabile e mai ripubblicato), contentente i testi e tantissime illustrazioni curate da decine di artisti differenti.

Il videogioco, semplicissimo, consiste di 365 sessioni di circa 10 minuti ciascuna. Ci si addormenta e ci si trova immersi in un sogno, nella classica prospettiva in prima persona dei videogame dell'era "32 bit"; ogni volta che si urta un oggetto si è catapultati in un altro sogno.

Alla fine di ciascuna sessione ci si sveglia e un algoritmo stabilisce, secondo una logica imperscrutabile, l'umore del sogno appena concluso. Il "mood" di ciascun sogno influenza i successivi determinando un percorso onirico sempre più caotico. Al termine del 365mo risveglio, il contatore si resetta e tutto ricomincia da capo.

Nel 2018, in occasione del ventennale dalla pubblicazione di "LSD - Dream Emulator", Osamu Sato ha pubblicato un nuovo album remix della colonna sonora. Da qualche tempo, un remake del gioco del 1998 è in fase di sviluppo da parte di un programmatore indipendente, un fan non affiliato in alcun modo alla casa produttrice originale.

Credits

Opera Originale Osamu Sato 1998
Testi Hiroko Nishikawa 1998
PlayStation hacking Gabriele Zaverio 2018